Premesso che lo U.S.G.A. System, a dispetto del suo ancora scarso utilizzo in Italia, è indubbiamente il miglior sistema di costruzione dei greens al momento disponibile (superfici più levigate e quindi più scorrevoli, migliore ancoraggio del tappeto erboso, maggiore approfondimento dell'apparato radicale, maggiore infiltrazione idrica, minore predisposizione alla compattazione, ecc), è scientificamente provato che la sabbia silicea abbia caratteristiche superiori alla sabbia calcarea. In particolare la sabbia silicea è un vero e proprio materiale inerte non reagendo chimicamente con materiali a reazione acida (come succede alla sabbia calcarea), non entrando in soluzione con l'acqua (come succede alla sabbia calcarea), non riducendo la propria granulometria a fronte di problemi di compattazione (come succede alla sabbia calcarea). Ne deriva la possibilità di realizzare un substrato stabile e certamente il miglior habitat possibile per ospitare l'apparato radicael del tappeto erboso sportivo. La sabbia silicea è normalmente reperibile sul territorio italiano, anche se la concorrenza con l'industria del vetro e delle fonderie non permette di disporre del bene in grandissima quantità. Il fiume Ticino è il luogo dove maggiormente sono concentrate le cave di tale materiale, ma una forte produzione è presente in provincia di Latina, e produzioni minori in Liguria al confine con la Francia, in Calabria, in Basilicata e in Sardegna. Si tratta quindi di un materiale piuttosto diffuso nella penisola italiana e anche ben dislocato geograficamente. Il prezzo di mercato è normalmente di poco superiore alla sabbia calcarea e spesso ciò che determina l'alto costo di approvvigionamento è da attribuirsi all'incidenza del costo di trasporto. Nell'ambito della costruzione di un percorso di golf a 18 buche è comunque accertato che la costruzione di greens USGA, piuttosto che di greens a normale stratificazione top soil / ghiaietto, comporta un aumento di costi pari all'1/2 % del costo di costruzione del percorso. Rapportato al beneficio che deriva dall'utilizzo di tali substrati (minori costi di manutenzione, maggiore qualità delle superfici di gioco) non vi è dubbio che tale incremento di costi rappresenti comunque un ottimo investimento.
Come mai diversi progettisti di percorsi di golf propongono un sistema di costruzione dei greens basato su top soil costituito da sola sabbia?Difficile dare una risposta a questa domanda. Si possono fare ipotesi di vario tipo, quali ad esempio quella che il progettista possa non avere sufficienti informazioni ed esperienze sullo USGA System, sistema del quale non si sente sicuro. Ma allora perché proporre una tecnologia ancora più sconosciuta? Verrebbe da pensare che ciò dipenda dalla volontà di ridurre i costi di costruzione o per input del Committente o autonomamente. In ogni caso la costruzione di un green con % del top soil pari al 100 % sabbia, è una tecnologia statunitense ed è chiamata California Method. Ha conosciuto il massimo della sua popolarità negli States a metà degli anni 80' e per tutti i 90'. Consiste in una rete drenante semplificata ed è più economico in quanto non prevede impiego di sostanza organica né la sua miscelazione. Rispetto però allo USGA System non presenta lati positivi, ma mostra evidenti lacune dal punto di vista di:riduzione del tasso di infiltrazione idrica,formazione di chiazze idrofobiche,ridotto potere tampone con possibili rapide variazioni di pH,apporti azotati assai elevati per diversi anni dopo l'insediamento, ma anche superiori necessità per ciò che concerne P. K e microelementi,insufficiente resistenza alla siccità,maggiore predisposizione agli attacchi di malattie fungine (in particolare Gaeumannomyces graminis),in funzione della tipologia di sabbia utilizzata i movimenti laterali di acqua attraverso il profilo di suolo e verso le tubazioni drenanti possono avvenire molto lentamente con il risultato di avere diversi gradienti di umidità lungo lo spessore dello strato.In sostanza una tecnica che al solo vantaggio di un costo di realizzazione solo leggermente inferiore allo USGA System pone seri e gravi problemi di gestione del tappeto erboso.
Esiste una strategia efficacie per procedere al controllo della Poa annua?Certamente esistono strategie e possibilità di controllo, ma, appunto, parliamo di possibilità e non di certezze. Se escludiamo il controllo chimico mediante alcuni principi attivi, che in Italia non sono registrati per l'uso sul tappeto erboso, e che quindi non possono essere utilizzati, il miglior controllo realizzabile si basa sugli interventi in prevenzione e cioè sulla limitazione della diffusione dell'infestante che ha capacità di colonizzazione davvero incredibili alle nostre latitudini. Tra le metodologie di prevenzione citiamo in ordine sparso: ripristinare i pitch marks e i divots, mantenere altezze di taglio idonee alle specie insediate, limitare o azzerare gli apporti fosfatici in copertura, effettuare le operazioni di aerificazione nei tempi dovuti, insediare dovunque possibile specie macroterme in particolare bermuda, limitare lo sviluppo di infiorescenze attraverso verticuttings e groomings, e, più in generale, mantenere sempre nel miglior stato di salute possibile le specie insediate. Può essere utile ricordare che negli anni, diversi "maghi" del tappeto erboso hanno proposto soluzioni definitive al problema, ma è indiscutibile che ad oggi, senza l'utilizzo di prodotti vietati per l'uso sul tappeto erboso in Italia, non vi sia possibilità di eradicare del tutto tale infestante.
E' vero come sostengono molti ambientalisti che il golf può produrre effetti deleteri nei confronti dell'ambiente, causa il massiccio impiego di fertilizzanti, acqua e fitofarmaci?Come in ogni opera dell'uomo il rischio di produrre, a volte anche inconsapevolmente, danni all'ambiente che ci ospita, è insito anche nella realizzazione e nella conduzione di percorsi di golf. Qualsiasi attività umana non è da considerarsi esente da questo rischio. E questo è il motivo perché cui non possiamo sempre esimerci dal raccomandare chiunque abbia intenzione di procedere alla realizzazione di un percorso di circondarsi di collaboratori esperti e preparati. Fatta questa premessa, occorre aggiungere che nel valutare quali effetti è portatore un percorso di golf nei confronti dell'ambiente che lo ospita, è sempre necessario rapportarsi alla eventuale destinazione alternativa a cui quel determinato sito può essere destinato. Nella quasi totalità dei casi ad esempio, un percorso di golf "consuma" meno acqua, meno prodotti fitosanitari e meno fertilizzanti, della maggior parte delle colture agrarie presenti sul suolo italico (Golf Courses and Traditional Crops: a comparison of inputs. Croce P., De Luca A., Mocioni M. - 1° European Turfgrass Society Conference – Gli atti. Pisa 2008) e se pensiamo all'attuale e al futuro scempio del suolo italico che il sempre più fiorente partito bipartizan del cemento sta conducendo dal secondo dopoguerra (Quale futuro per il golf italiano – Croce P. - Impianti – Milano 2012), perché non proporre anche il golf tra i tanti possibili (ed in taluni casi certamente più validi) strumenti che la politica e l'economia hanno per arginare la colata cementizia?
E' vero che il miglior lie della pallina sui fairways si ottiene tagliando l'erba il più basso possibile?Questione molto controversa e spesso oggetto di discussioni tra addetti ai lavori. La migliore risposta è: ...dipende. Ciò infatti può essere vero, ma solo in determinate condizioni. Dipende cioè dalle specie impiegate e dalla abilità del giocatore. Chiariamo prima che cosa si vuole intendere con buon giocatore di golf. Ai fini della domanda di cui sopra un buon giocatore di golf è colui che è in grado di esercitare un completo controllo della traiettoria della pallina. Questo fatto richiede una perfetta e pulita superficie di contatto tra la pallina stessa e la faccia del bastone e di conseguenza è bene che non vi siano steli o foglie d'erba ad interporsi fra le due superfici. In questo caso il lie ottimale della pallina è più facile ottenerlo con un taglio basso (10 / 15 mm) del manto erboso. Detto questo occorre però tenere presente due fattori. Il primo è relativo alla abilità dei giocatori, quanti dei giocatori abituali dei circoli di golf italiani possono sfruttare il vantaggio di un ottimo lie della palla e quindi in grado di imprimere gli effetti voluti (essenzialmente draw, fade, back e top spin) alla traiettoria della pallina stessa ? Diciamo tutti i professionisti e i dilettanti delle squadre nazionali, più un certo numero di prima categoria . In totale certamente meno di mille persone. Considerato che in teoria si presume che i giocatori di golf tesserati FIG siano 100.000, stiamo parlando dell'1% dei golfisti. E gli altri 99.000 giocatori hanno davvero bisogno di un taglio così basso ed esasperato dei fairways? Sicuramente no, anzi. Un tappeto erboso tagliato regolarmente e frequentemente a 25 mm e tenuto in buone condizioni di salute, permette di supportare al meglio la pallina e consente di colpirla in modo ottimale anche con i legni. Perché dunque mettere a rischio la qualità del proprio tappeto erboso per raggiungere risultati che non più del'1% (ma in molti circoli anche meno) dei propri associati possono ottenere? Teniamo presente infatti che un tappeto erboso, che non sia costituito da Agrostis stolonifera o da Bermuda, e che sia tagliato regolarmente al di sotto di 25 mm tende a diradarsi, ad essere invaso da erbe infestanti a foglia larga (soprattutto Trifolium repens, Medicago lupulina, Rumex spp, Plantago spp, Taraxacum officinale, Bellis perennis) e da infestanti a foglia stretta (in particolare Poa annua, Cynodon dactylon, ma anche Digitaria spp. Eleusine indica e Setaria spp). Perché dunque mettere a repentaglio il tappeto erboso per la gioia di pochi eletti?