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Riconversione di tappeto a fairway di essenze microterme con Zoysia matrella cv. Zeon – Anno 2007 – In collaborazione con l'Università di Perugia.
a cura di Paolo Croce


La prova è stata condotta sul percorso di golf del G.C. Verona, nel Comune di Sommacampagna (VR) all’interno del quale è stata destinata una superficie di circa 1.200 m2. Tale sito è posto a circa 120 m slm (45° 24’27” N - 10° 50’ 40” E) e distante circa 16 km dal capoluogo di Provincia. La stazione meteorologica di Verona Villafranca, che dista circa 4 km dal sito, ha fornito i dati climatici riportati in Figura 1. La piovosità media annua presenta un totale di 822 mm/annui (Figura 1). Lo scopo di questo studio è quello di riconvertire ad essenza macroterma (in questo caso la Zoysia matrella cv Zeon) un fairway (quello della buca 15) composto prevalentemente da essenze microterme quali: Lolium perenne, Cynodon dactylon e Poa annua.

8da_1 Figura 1 – Temperature mensili medie minime e massime e piovosità negli anni 1961- 1990 a Verona Villafranca
Poiché i percorsi di golf, nel periodo previsto per l’impianto delle macroterme, sono nel pieno della stagione agonistica, la riconversione del tappeto da essenza microterma a macroterma, deve poter essere condotta senza la chiusura del tappeto al gioco. Da qui la necessità di verificare se la riconversione è possibile mediante la tecnica dell’impianto per piantine pre radicate in grado, appunto, di permettere la riconversione del tappeto senza procedere a lavorazioni del suolo.

Tecnica colturale
L’area utilizzata per la prova è una zona di fairway pianeggiante (buca 15) di circa 1200 m2, inerbita, ma diserbata circa 15 giorni prima dell’impianto, con un erbicida a base di Glifosate alla dose di 4 kg/ha (per prodotto al 30,4% di p.a.). Sette giorni dopo il diserbo l’area è stata “rasata” molto bassa mediante ripetuti passaggi di tosaerba (prima rotativi e poi elicoidali) all’altezza di taglio di 10 mm. Tutto ciò allo scopo di eliminare il più possibile la competizione della vegetazione preesistente.
Le caratteristiche chimico-fisiche del terreno di questo sito sono riportate in Figura 2. Anche in questo caso l’elevato contenuto di sostanza organica e di azoto è spiegabile dal fatto che l’area è stata mantenuta a tappeto erboso per circa 40 anni e ciò ha contribuito ad arricchirne il suolo. La fertilizzazione di fondo è stata eseguita utilizzando carrello spandiconcime centrifugo, seguita da una irrigazione abbondante per favorirne la solubilità e una migliore incorporazione nel suolo degli elementi nutritivi. Sono stati utilizzati un binario 18-46-0 alla dose di 2 kg/100 m2 e solfato di potassio alla dose di 0,5 kg/100 m2.
Le piantine di tappeto erboso pre radicato (dette anche fitocelle) sono frutto di un brevetto mondiale (figura 3 e figura 4).
L’impianto è stato effettuato il 20 giugno 2007 mediante trapiantatrice meccanica utilizzando 30 piantine/m2 (Figura 5). Il sesto d’impianto è stato a quadrato. Subito dopo è stata effettuata una rullatura (Figura 6) cui ha fatto seguito un’abbondante irrigazione e, 15 giorni dopo, è stata eseguita una prima fertilizzazione in copertura alla quale hanno fatto seguito altri apporti secondo il calendario riportato in figura 7.
Analogamente a quanto riportato in altri casi osservati precedentemente, si è avuta una fortissima competizione iniziale da parte di gramigna comune, infestanti monocotiledoni estive varie (Digitaria ischaemum, Digitaria sanguinalis, Eleusine indica, Setaria viridis) tutte propagatesi per seme, nonché di Poa annua, favorita dalle irrigazioni dell’impianto automatizzato. Il controllo delle infestanti nelle settimane successive al trapianto è stato effettuato con scerbature manuali visti i rischi legati all’uso di fenoxaprop-etil, che avrebbe potuto colpire anche le plantule di Zoysia. Il controllo della Poa annua è stato blando.
8da_2 Figura 2: Principali caratteristiche fisico-chimiche del suolo in oggetto
Il primo taglio è stato effettuato circa una settimana dopo l’impianto mediante tripla elicoidale autoportata ad una altezza di circa 25 mm, ulteriormente abbassata nei tagli successivi ad una altezza di taglio di 20 mm con frequenza tri-settimanale.
8da_3 Figura 3 – Piantine di Zoysia matrella Zeon preradicata
8da_4 Figura 4 – Piantine di Zoysia matrella Zeon preradicata
8da_5 Figura 5 – Trapiantatrice al lavoro
8da_6 Figura 6 - Rullatura
8da_7 Figura 7– Piano di fertilizzazione della prova (1.200 m²) sul percorso del G.C. Verona (VR)


Osservazioni e discussione
Inizialmente anche nel caso del G.C. Verona le erbe infestanti hanno rapidamente colonizzato l’area competendo con estrema severità nei confronti di Zoysia matrella cv. Zeon. I tagli ripetuti ad altezza molto bassa (20 mm) hanno permesso di limitare subito lo sviluppo di Portulaca oleracea, ma hanno sortito scarsi effetti nei confronti delle monocotiledoni estive. Anche in questo caso, come in altre situazioni, si è registrato un ritardo nella emissione e successivo sviluppo degli stoloni della Zoysia, che a 3 settimane dal trapianto misuravano fino a 20-25 cm di lunghezza massima (Figura 8). Dopo 5 settimane dal trapianto, l’invasione di Poa annua era decisamente in atto (Figura 9) e si è registrata nel contempo una stasi nell’allungamento degli stoloni (Figura 10) le cui lunghezze massime non sono progredite rispetto al rilievo precedente. In questo periodo il tappeto presentava una percentuale di copertura di poco superiore a quella del trapianto.
A 7 settimane dal trapianto la percentuale di copertura della Zeon era intorno al 20-25%, (Figura 11) mentre la colonizzazione di Poa annua raggiungeva valori massimi (Figura 12).

8da_8 Figura 8 – Tre settimane dopo l'impianto
8da_9 Figura 9 – Cinque settimane dopo l'impianto: invasione di Poa annua
8da_10 Figura 10 – Allungamento stoloni
8da_11 Figura 11 – Copertura Zeon dopo 7 settimane


A 10 settimane dal trapianto è stato possibile notare le prime formazioni di tappeto erboso, sia pure a chiazze non più grandi di 40-50 cm di diametro (Figura 13). Grazie ad una riduzione dell’apporto idrico, anche la presenza di Poa si è stabilizzata. L’ultimo rilievo, eseguito a circa 3 mesi dalla data di trapianto mostra una copertura di Zoysia matrella cv. Zeon del 35%, ma con chiazze piuttosto dense ed uniformi, in grado di supportare perfettamente una pallina da golf.
Alla fine di settembre 2007 e con l’approssimarsi dell’autunno pieno la Zeon non presentava nessuna possibilità di completare la copertura del tappeto nell’anno in corso.

8da_12 Figura 12 – Copertura Poa annua
8da_13 Figura 13 – Chiazza di Zeon dopo 10 settimane


Conclusioni

Analogamente a quanto osservato in altre indagini, la prova del G.C. Verona conferma che Zoysia matrella Zeon, insediata mediante trapianto di piantine radicate sui fairways, non è in grado di riconvertire il tappeto da micro a macroterma in una sola stagione vegetativa. La prova è stata interrotta nello stesso anno 2007, per volontà della dirigenza del Club. Le altre conclusioni che possiamo trarre da quanto osservato possono riassumersi in:
  • 1. La densità di trapianto di 30 piantine/m2 è forse ancora insufficiente per la Zoysia, per raggiungere l’obiettivo di riconvertire i fairways dei percorsi di golf in una stagione.
  • 2. La data di trapianto dovrebbe essere anticipata, al fine di sfruttare meglio tutta la stagione vegetativa favorevole alle macroterme, alla fine di maggio come effettuato in altre prove.
  • 3. Si conferma quanto già riportato per prove analoghe: la riconversione di un tappeto da micro a macroterme, utilizzando cultivar di Zoysia spp, non può prescindere da un puntuale programma di diserbo chimico delle erbe infestanti. Alla somministrazione pre impianto di glifosate con due trattamenti a distanza di 15 giorni, deve seguire un diserbo in pre emergenza per il controllo delle monocotiledoni estive (anch’esso in pre impianto) ripetuto dopo circa 40 giorni. Da valutare anche la eventuale distribuzione di un diserbante antigerminello per il controllo delle infestanti dicotiledoni (in particolare Portulaca oleracea). Senza questi interventi la Zoysia soffre l’eccessiva competizione e non riesce a garantire una sufficiente copertura.
  • 4. La frequenza dei tagli deve essere sempre molto elevata e questi ultimi devono essere eseguiti con macchine elicoidali per contrastare fin dall’inizio l’insediamento e lo sviluppo delle infestanti. Rispetto a prove analoghe infatti i tagli elicoidali molto bassi praticati fin dall’inizio hanno ridotto l’infestazione delle dicotiledoni.
  • 5. Occorre limitare decisamente gli apporti idrici per contrastare sia la colonizzazione delle infestanti monocotiledoni estive, ma soprattutto di Poa annua.


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2 - Riconversione di tappeto a fairway di essenze microterme con Bermuda Patriot - Prova parcellare su tappeto appositamente seminato. Anno 2010 – In collaborazione con l'Università di Pisa
a cura di Paolo Croce

La riconversione di un tappeto erboso costituito da essenze microterme attuata a mezzo doppio diserbo con prodotti sistemici non selettivi, presenta indubbiamente una metodologia ormai collaudata e sicuramente efficacie. In talune situazioni però potrebbe presentare problematiche da prendere in seria considerazione. Ad esempio il periodo di chiusura del percorso al gioco, variabile da 45 gg (copertura circa 80 % del tappeto) a 60 gg (chiusura completa del tappeto), contribuisce in modo determinante alla crescita dei costi di impianto, i quali, come è noto, sono costituiti dall'impianto vero e proprio (circa 1,2 / 1,6 €/ha + eventuale collar in Zoysia/Agrostis/Lolium) più il mancato introito legato al periodo di chiusura.
Allo scopo di investigare le possibili metodologie utili ad una riduzione dei costi di impianto, la Direzione del GC Verona ha autorizzato nel 2010, sempre in collaborazione con l'Università di Pisa, una prova parcellare sul terreno di proprietà del circolo a sinistra della buca 8.
Il suolo naturale è stato spianato, ma non privato delle pietre, concimato con fertilizzazione di fondo a base di concime complesso ternario, con rapporto tra gli elementi 1: 2 : 1. In data 05 maggio è stata effettuata una semina di Lolium perenne alla dose di 40 g/m². L'irrigazione è stata sostenuta, sia pure attuata con impianto irriguo di soccorso. L'emergenza è avvenuta nel breve lasso di tempo di 5 / 10 gg e nel giro di 45 gg si è avuta la completa colonizzazione della superficie.L'area è stata suddivisa in parcelle a blocchi randomizzati con due tesi e tre repliche. Questo lo schema:

Tesi 1 – Riconversione del tappeto erboso pre esistente a mezzo trapianto di piantine pre radicate previo diserbo sistemico totale. Dosi di trapianto: 15, 30, 45 piantine/m². Tesi 2 - Riconversione del tappeto erboso pre esistente a mezzo trapianto di piantine pre radicate senza diserbo sistemico totale. Dosi di trapianto: 15, 30, 45 piantine/m².

2010
In data 14 luglio 2010 è stato effettuato l'impianto con posa manuale delle piantine di Cynodon dactylon x Cynodon transvaalensis cv Patriot .
Nonostante l'impianto tardivo, nel corso delle prime settimane la progressione colonizzatrice della Bermuda è stata esponenziale e nel giro di 6 settimane il grado di copertura sulle parcelle precedentemente diserbate è arrivato, in funzione della dose di impianto, rispettivamente al 40 / 60 / 80 %. Nelle successive due settimane, e cioè a 8 settimane dall'impianto, il grado di copertura è arrivato rispettivamente a 80 / 100 / 100. Nel giro di altre due settimane non si è più riscontrata differenza visiva a livello di insediamento tra le varie parcelle. La dormienza è sopraggiunta intorno alla metà di novembre.
Per quanto concerne la tesi senza diserbo preventivo si è avuto un andamento assai simile alle parcelle precedentemente diserbate, ma in questo caso le percentuali di colonizzazione sono state assai più ridotte. Dopo 8 settimane la percentuale di copertura della Patriot è assestata intorno al 20 / 35 / 45 %. Fino al riposo vegetativo si è mantenuta una certa differenza di copertura fra le varie parcelle in funzione della dose di impianto. Anche in questo caso la dormienza è sopraggiunta intorno alla metà di novembre. Per entrambe le tesi la manutenzione ordinaria è risultata uguale a quella normalmente praticata sui fairways del percorso.

2011
La ripresa vegetativa è avvenuta intorno alla metà di aprile e nel giro di 3 mesi (quindi a metà luglio) anche le parcelle in precedenza non diserbate hanno mostrato una totale copertura di Bermuda Patriot.

8db_1 Figura 1 – Agosto 2011, copertura Patriot 100% su tutte le parcelle.
8db_2 Figura 2 – Agosto 2011, copertura Patriot 100% su tutte le parcelle.


Conclusioni

Con la tesi 1 si è dimostrato ancora una volta che nel breve volgere di 8/10 settimane (circa 60 gg) può avvenire una completa conversione del tappeto erboso. La Patriot risulta perfettamente uniforme e di alta densità, in grado di offrire un perfetto lie della palla.
La tesi 2 ha invece dimostrato che nell'ambito di 12 mesi è possibile ottenere un perfetto tappeto di Bermuda Patriot anche senza ricorrere al diserbo del pre esistente tappeto di microterma.
Il tappeto per entrambe le tesi, alle previste dosi di piantine pre radicate, è avvenuto in data 07 giugno 2011.




3 - Conversione di tappeto a fairway di essenze microterme con Bermuda Tifway 419. Prova parcellare su fairway pre esistente. Anno 2010. In collaborazione con L'Università di Pisa
a cura di Paolo Croce

La conversione di un tappeto erboso costituito da essenze microterme, attuata secondo la tecnica delle piantine pre radicate e sviluppata mediante diserbo totale sistemico è da ritenersi fattore acquisito, come del resto dimostrato anpiamente da tutta una serie di realizzazioni a pieno campo, non ultima quella effettuata presso il GC La Montecchia, che ha effettuato la conversione su tutte le 27 buche del percorso. Si può quindi ribadire, senza tema di ulteriori smentite, che anche oltre il 45° parallelo Nord è possibile produrre una conversione totale del tappeto erboso di microterme a mezzo Bermuda, nel breve volgere di 60 gg.
Una indicazione utile proveniente da un test svolto presso il GC Verona e afferente ad una prova parcellare, ci suggerisce che possa essere possibile ottenere una perfetta copertura di Bermuda Patriot nel volgere di 12 mesi anche senza praticare un doppio diserbo totale del tappeto erboso pre esistente.
Occorre però riconoscere che il risultato ottenuto al GC Verona può essere seriamente inficiato dal fatto di avere utilizzato un tappeto di Lolium perenne appositamente realizzato. Ciò in quanto la composizione floristica reale dei fairways del GC Verona, così come quella di buona parte dei fairways del percorsi della Pianura Padana intorno al 45° parallelo, risulta assai differente e spesso costituita da specie dominanti assai competitive e aggressive quali Cynodon dactylon (gramigna comune) e Poa annua.
Si ha pertanto il forte dubbio se i gratificanti risultati ottenuti dalla tesi 2 della prova svolta presso il GC Verona, siano duplicabili anche nelle reali condizioni dei fairways “padani”.
La Dirigenza del Club ha pertanto deciso di effettuare una nuova prova parcellare direttamente sul fairway di una buca (la 13) del percorso di gioco, ancora in collaborazione con l'Università di Pisa. Anche in questo caso sono state predisposte due tesi:Tesi 1 – Riconversione del tappeto erboso pre esistente a mezzo trapianto di piantine pre radicate di Cynodon dactylon x Cynodon transvaalensis cv Tifway 419 previo doppio diserbo sistemico totale. Dosi di trapianto: 15, 30, 45 piantine/m².
Tesi 2 - Riconversione del tappeto erboso pre esistente a mezzo trapianto di piantine pre radicate di Cynodon dactylon x Cynodon transvaalensis cv Tifway 419 senza diserbo sistemico totale. Dosi di trapianto: 15, 30, 45 piantine/m².
Una singola parcella misura all'incirca 10 x 3 m. Il tappeto della tesi 1 è stato oggetto di doppio diserbo praticato nel mese di maggio. L'impianto del tappeto per entrambe le tesi, alle previste dosi di piantine pre radicate, è avvenuto in data 07 giugno 2011.

8dc_1 Figura 1 – Dose 15/mq Figura 2 – Dose 30/mq Figura 3 – Dose 45/mq


Naturalmente la prova è ancora in corso, ma per ciò che concerne il 2011 è già possibile giungere ad alcune conclusioni:
A – La tesi 1 ha dimostrato che in 45 gg avviene la colonizzazione del suolo nudo dopo l'intervento di doppio diserbo. In 60 gg è possibile giocare senza alcun problema su di un tappeto presso chè perfetto, denso e uniforme.
B – La tesi 2 al momento non consente di giungere ad alcuna valutazione. La presenza dominante della gramigna comune non permette al momento una percezione del grado di colonizzazione della Bermuda Tifway 419. Naturalmente si dovrà attendere l'estate del 2012 e poi probabilmente l'estate 2013 per poter trarre le dovute conclusioni in merito alla prova.

8dc_4 Figura 4 – Confronto fra tesi 1 (diserbo) e tesi 2 (senza diserbo)
8dc_5 Figura 5 – Confronto fra tesi 1 (diserbo) e tesi 2 (senza diserbo)


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La difesa del patrimonio arboreo al GC Verona

Il Golf Club Verona da ormai molti anni è impegnato nella ricerca di una migliore sostenibilità ambientale della propria struttura e si è sempre posto all'avanguardia nei confronti delle tematiche ambientali che interessano il mondo del golf. E' datata 2002 ad esempio la certificazione europea denominata: “Committed to Green”, riservata a tutti quei circoli di golf particolarmente virtuosi sul piano della ecosostenibilità e che si sono distinti nella difesa dell'ambiente.
Più recentemente il Club ha manifestato la propria disponibilità a partecipare al programma di certificazione GEO (Golf Environment Organisation) che ha ereditato il precedente Committed to Green. Le novità del 2009 però non si fermano qui e proprio ancora sulle tematiche ambientali il Circolo ha dato vita ad una ulteriore iniziativa, in collaborazione con l'Università di Bologna nella persona del Prof. Alberto Minelli, che prevede il censimento relativo all’intero patrimonio arboreo presente all’interno del Golf Club Verona, eseguito al fine di avere un’esatta ubicazione cartografica delle piante ed un quadro complessivo sulla situazione generale delle essenze arboree allo stato attuale. Tale monitoraggio è anche di importante ausilio sia per procedere, fin d’ora, ad eventuali abbattimenti e/o sostituzioni, sia per programmare eventuali altri controlli con apparecchiature apposite, sia per pianificare specifiche operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria, quali, soprattutto, interventi di potatura.
Ne risulta in definitiva un piano di gestione del soprassuolo arboreo, atto a garantire da un lato la corretta gestione di tale patrimonio e dall’altro l’incolumità dei giocatori e del personale addetto ai lavori. Ciò anche in ottemperanza alle nuove normative in materia di sicurezza sul lavoro introdotte dal D.Lgs 81/2008.
Il lavoro commissionato al Prof. Minelli è tuttora in corso e si prevede la sua conclusione nel mese di settembre, quando Al momento attuale il rilievo ha previsto il censimento di ogni singolo esemplare arboreo con diametro superiore a 7 cm e la localizzazione precisa dello stesso.
In particolare per ogni individuo arboreo presente, è stata compilata una scheda riportante informazioni relative a Genere, Specie, diametro, forma e stato fitosanitario ed, ad ogni albero, sono stati associati un codice (2-3 lettere) e un identificativo ID (numero), che permettono di identificare e visualizzare la posizione della pianta nella planimetria del campo, che rappresenta uno degli output del progetto. La posizione geografica precisa di ogni singolo individuo è stata ottenuta grazie all’utilizzo di stazioni integrate GPS e teodolite.
I dati relativi alle schede compilate, già caricati ed elaborati sono andati a costituire un database che potrà essere aggiornato in qualsiasi momento.

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Ogni singola pianta censita infatti, identificata da un codice e da un numero, risulta facilmente visualizzabile nel file Autocad, il quale può essere costantemente modificato ed aggiornato.
L’indagine sopra descritta, che ad oggi vede conclusa la prima parte, può essere implementata e resa ancora maggiormente utilizzabile e in grado di rispondere alle esigenze di ottimizzazione del tempo, attraverso un sistema di georeferenziazione delle piante e di tutti gli elementi finora rilevati.
In particolare, il sistema previsto si propone di realizzare un programma in grado di gestire tutti i dati e le informazioni rilevate durante la prima fase di rilievo e che hanno portato alla stesura di schede, associate ad ogni singolo individuo arboreo, nonché di visualizzare la cartografia del Golf Club Verona e la posizione delle piante all’interno del campo stesso, oltre alla possibilità di visualizzare, interrogare e/o modificare i contenuti del sistema, ossia di inserire o cancellare una nuova pianta, modificare i parametri di una pianta già inserita, produrre dei report sui dati inseriti, produrre degli alert che avvertono l’approssimarsi per esempio di certe operazioni (monitoraggio entro certi termini, operazioni di manutenzione ordinaria, ecc.) da effettuare sulle piante.
L’obiettivo principale risulta essere pertanto la realizzazione di una sorta di piano di gestione interattivo del soprassuolo arboreo, facilmente aggiornabile in ogni momento e attento alle priorità da evidenziare. In aggiunta a quanto sopra, la prima fase di rilievo ha condotto anche ad individuare tutte le componenti dell’impianto di irrigazione, che presto verranno riportate su cartografia, e che potranno essere di estremo aiuto allo staff manutentivo anche per la gestione dell'irrigazione. Il sistema in definitiva ha lo scopo di monitorare tramite un software lo stato degli alberi del Golf Club Verona, ovvero di visualizzare su una cartografia geo referenziata ogni singola pianta e di acquisire ed interrogare i dati delle piante provenienti dalle ispezioni degli addetti alla manutenzione e, in particolare, del Superintendent e del Tecnico preposto al controllo. Questo procedimento è assolutamente innovativo e non si ha notizia di precedenti nel settore golfistico nel mondo.A lavoro concluso, a fronte anche di investimenti cospicui e mirati, il Golf Club Verona potrà inanellare un altro fiore all'occhiello che lo porterà addirittura ad essere il primo nel mondo, tra i circoli di golf, per quanto riguarda la gestione del patrimonio arboreo.